Era il 1979, avevo 13 anni e piangevo disperata perchè non mi era stato dato il permesso di andare a vedere un concerto: il mitico tour di Banana Republic, Dalla, De Gregori, Ron e gli Stadio. "Banana Republic" è stato il primo LP (sì, allora c'erano gli LP e i giradischi...) che ho comprato, innamorata pazza soprattutto della voce e delle parole di De Gregori e della chitarra di Ricky Portera, uno dei pochi LP che conservo ancora gelosamente.
Piangevo e pensavo: questa è un'occasione unica, non posso perdere quel concerto, non suoneranno mai più così, insieme. Alla fine ero rimasta a casa...
Sono passati 31 anni, è una bellissima (finalmente!) e calda sera di luglio, un cielo limpido con solo qualche nuvola all'orizzonte che si tinge di un bel viola al tramonto e rende ancora più suggestivo lo spettacolo della magnifica Reggia di Venaria.
Sono passati 31 anni e la magia si ripete ed io sono emozionata e un po' commossa, stavolta ci sono anch'io: eccoli sul palco, Lucio Dalla con la sua faccia ironica, un buffo berretto a righe ed il suo sax...Francesco De Gregori, bellissimo nella sua giacca nera con panama rosso e la chitarra e un pubblico infinito di tutte le età pronto ad applaudire, cantare, sognare...stavolta c'è anche il mio bimbo, che non sa nulla di un mitico concerto di 31 anni fa, ma conosce la metà delle canzoni di De Gregori a memoria ed è anche lui un po' emozionato...anche lui un giorno potrà dire: io c'ero!
Salgono sul palco e a me sembra di avere di nuovo 13 anni (miracolo della musica!
), ma stavolta non sono rimasta a casa...li guardo e penso: ma come avranno fatto a scegliere cosa cantare da un repertorio praticamente infinito...iniziano a cantare
Tutta la vita,
Anna e Marco,
Titanic ... si dividono le canzoni, non importa di chi siano, un po' all'uno e un po' all'altro, Dalla alle tastiere e poi al sax, De Gregori e la sua armonica, poi la chitarra, poi il pianoforte.
E arriva
La leva calcistica della classe '68, seimila persone che sognano nello stesso attimo...
ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio dall'altruismo dalla fantasia ...Dalla è allegro, scherza e fa battute, De Gregori si presta al gioco, e parte
Canzone , poi
Henna, una struggente
La storia siamo noi,
Granturismo e
Gigolò, nuove nuove di zecca.
E poi inizia
Santa Lucia e ti accorgi che la magia è tutta lì, intatta dopo 31 anni e il tempo sembra essersi fermato a quell'estate del 1979...
Lucio Dalla indossa un cappello da pilota degli anni venti e canta
Nuvolari, poi tutti in piedi ad urlare e battere le mani al tempo di
Disperato erotico stomp; De Gregori ci incanta con
La valigia dell'attore, ci commuove con
L'abbigliamento di un fuochista..., ci entusiasma con
Viva l'Italia e tutto il pubblico canta...
l'italia con gli occhi asciutti nella notte scura viva l'italia l'italia che non ha paura e ci accorgiamo, come in un'altra canzone, che è vero, la storia siamo noi, sono loro, è quello che stiamo vivendo, quasi quarant'anni di storia tutti dentro a quelle canzoni.
La scaletta è lunghissima,
Piazza Grande e un Dalla emozionato e commovente,
Com'è profondo il mare, L'anno che verrà, Futura, Rimmel ( e De Gregori che ci incita: "adesso questa cantatela voi, se ve la ricordate..." Certo che ce la ricordiamo, come dimenticare? Seimila persone che cantano tutte insieme
ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo...), una straordinaria versione ritmata di
Buonanotte fiorellino,
Caruso, 4/3/1943, Balla balla ballerino...
...e poi ad un certo punto il pubblico ammutolisce ed iniziano le prime note de
La donna cannone, solo pianoforte e la voce unica di Francesco De Gregori che riempie il palco, le gradinate, i giardini della Reggia, su fino al cielo stellato...il pubblico ascolta rapito, muove le labbra ma non osa cantare per paura di interrompere la magia, solo durante il ritornello accompagna piano...
e con le mani amore, con le mani ti prenderò e senza dire parole nel mio cuore ti porterò e non avrò paura se non sarò bella come dici tu ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo più... questo momento vale da solo tutto il concerto...
Come andare a casa adesso? Ne vogliamo ancora ed il bis è lungo ed emozionante; è mezzanotte passata e l'ultima parte della scaletta non me la ricordo più, io e il coinquilino ormai cantiamo tutto a squarciagola insieme alle seimila persone intorno a noi, il pupo, che a metà concerto ha ceduto al sonno, ogni tanto apre un occhio e canta pure lui...un concerto bellissimo ed emozionante.
Perchè, come dice Francesco De Gregori in una delle ultime canzoni,
Non basta saper cantare (ma serve)...