the Voice is Bec |
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| VITTIME è il riadattamento che Matteo Becucci ha fatto in italiano del brano VICTIMS, dei Culture Club, inserito nell’album “Colours by Numbers” del 1983.
Il brano è una dolce e struggente ballata che parla di vittime di amori perduti che lasciano il vuoto nell’animo - but you're always there like a ghost in my dreams (ma tu sei sempre lì come un fantasma nei miei sogni). Vittime che esprimono il rimpianto per non aver saputo esprimere a fondo i propri sentimenti, provocando incomunicabilità e distacco - we love and we never tell, what places our hearts in the wishing well (noi amiamo ma non lo esprimiamo, e questo pone i nostri cuori nel pozzo dei desideri). Vittime che però vogliono continuare ad amare e a provare sentimenti profondi ma che soprattutto vogliono vivere accanto a chi può dare conforto e dedizione. Temi universali questi, che toccano tutte le persone che amano e soffrono per amore.
Matteo Becucci riadatta il brano inglese rispettandone pienamente il senso. A mio avviso amplia ulteriormente la portata del tema: non solo vittime di amori perduti e del rimpianto (noi siamo vittime di un amore che non può esistere) ma anche vittime del proprio egoismo e avidità (siamo anime che si bruciano per un desiderio in più) e della fragilità (siamo angeli nudi e fragili stanchi di cadere giù). Potrebbe sembrare un brano pessimista e triste, certamente descrive aspetti cupi dell’animo umano, ma non manca un flebile barlume di speranza e un incitamento a vivere pienamente. Questo lo si ritrova nelle parole che secondo me sono le più belle della canzone Lascia andare il tuo cuore Dentro il mare delle emozioni Il fondo dello stupore Toccheremo come bambini Ed aspettiamo un dolore Che arriva sempre puntuale Ma ogni storia Ogni amore Fa le sue vittime
Prima di scrivere questo breve articolo, ho voluto ascoltare i due brani uno dopo l’altro, soprattutto per confrontare la parte musicale. Sono due pezzi bellissimi. La sensazione che ho avuto è che l’arrangiatore del brano di Matteo ne abbia rispettato a pieno lo stile, togliendo forse un po’ di spigolosità, mi viene quasi da dire “prosciugando” la canzone da inutili orpelli. Ci sono meno percussioni, più archi e pianoforte, in questo modo il brano risulta in un certo senso più armonioso.
E’ un brano che ho amato particolarmente in inglese, perché ha segnato la mia adolescenza. Mi piace moltissimo la versione di Matteo Becucci, perché la sua rilettura è più moderna, più matura, se vogliamo meno sentimentale. Ma non per questo meno intensa. Anzi, riascoltandola più e più volte mi sono letteralmente emozionata e commossa.
Tutti i brani dell’album Cioccolato Amaro e Caffè sono notevoli, ma a mio modesto avviso questo (insieme a Fragilità) è quello in cui il Matteo paroliere ha dato il meglio di sé. Ed è quello in cui emergono prepotentemente le fantastiche doti di interprete con cui Matteo Becucci non manca mai di stupirci.
Brano da 10 e lode! Chapeau!
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