TI TROVERO': guida all'ascolto

« Older   Newer »
  Share  
Spica1
view post Posted on 27/10/2009, 00:21




Tu chiamala se vuoi.....cover


Lettore, l'ho ascoltata.
(non fateci caso, sono anche una fan di Charlotte Bronte, oltre che di Matteo Becucci) :P

Ho ascoltato "Ti troverò" più e più volte.

Tu chiamala se vuoi....cover.
Io no. Non lo farò.
Non lo merita.
Personalmente lo ritengo un termine terribilmente riduttivo, quasi svilente per questo brano.

Perchè?
Semplice. Mio caro lettore, lo facciamo un ascolto in parallelo?

Questa è I didn't know di Hymas/Diamond

Questa è Ti troverò di Matteo Becucci e Jim Diamond


Il testo.

Il testo di I didn't know narra la storia di un amore finito in malo modo vista dagli occhi di una terza persona, ovvero un amico della ragazza che è stata lasciata.

Il testo di Ti troverò è una riscrittura integrale, totalmente nuova: è un momento di autobiografia pura.
E' l'omaggio che questo artista, preso nel vortice di una frenetica estate fitta di impegni e fatta di città, bar, alberghi che cambiano ogni giorno, rivolge alla donna amata, lontana si fisicamente, ma presente nei pensieri, nelle parole, nelle piccole cose (quel "sotto la polvere appiccicata ai libri" è il mio cult personale....).
E' un amore solido, temprato, certo (io ti troverò).
E, se si esula dai fatti biografici a noi ben noti,il testo si presta anche ad una chiave di lettura più "universale".

A coronamento della felice intuizione poetica, si accompagna, dal punto di vista strettamente più tecnico, una metrica precisa e puntuale.
Vogliamo fare una prova?
Provate a cantare il testo italiano sovrapponendolo alla canzone in inglese: vi accorgerete di poterlo fare senza sforzo.
I nuovi versi si posano con estrema naturalezza sul testo originale riuscendo a conservarne anche gli accenti.
In questo modo il cantato si può distendere lineare, diritto, pulito, senza il ricorso ad inutili orpelli vocali per rincorrere sillabe troppo corte.


L'interpretazione.

Anche in questo caso le scelte interpretative sono completamente diverse: entrambe in accordo al significato espresso nei rispettivi testi.

J. Diamond sceglie un'interpretazione più "distaccata": infatti nel testo egli è soltanto la "terza" persona; è colui che racconta la storia
ma non la vive.

Matteo Becucci sceglie invece un'interpretazione intensamente partecipe, emotivamente calata nella situazione descritta (e non potrebbe essere altrimenti visto il testo autobiografico).

Dall'iniziale mezza voce un po' sporca (ad esprimere la sofferenza per la lontananza dalla donna amata), il cantato torna cristallino
nella parte centrale del brano (a sottolineare la consapevolezza che lei gli è comunque vicina con i suoi pensieri, fino a dispiegarsi in tutta la sua bellezza, potenza, intonazione, estensione nel crescendo finale (ad evidenziare la certezza che la separazione è solo un momento passeggero ed il ritrovarsi sarà solo questione di tempo) e chiude di nuovo sussurrata e leggermente sporca.

Matteo Becucci usa la sua voce prodigiosa e duttile in 3 modi diversi nello stesso brano: c'è gente che la usa sempre uguale in 10, 100, 1000 brani.


L'arrangiamento.

L'arrangiamento di I didn't know è molto figlio del suo tempo, cioè dei primi anni '80.
Giro di chitarra elettrica all'inizio, arpeggio sulla prima strofa, sintetizzatore in dose massiccia sul ritornello e che continua a farla da padrone incontrastato per tutto il resto del brano fino alla fine (salvo un pochino di chitarra elettrica sull'inciso).
Un arrangiamento così, se si poteva considerare "all'ultima moda" nel 1983, ascoltato oggi porta tutto il peso dei suoi lunghi anni. La canzone, tolta dalla collocazione temporale in cui aveva trovato la sua genesi, fa un po' la figura del pesce fuor d'acqua.

L'arrangiamento di "Ti Troverò" è classico, nell'accezione migliore che questo termine può avere: è un vestito che non passa mai di moda;
l'avresti potuto indossare trent'anni fa, oggi, o fra dieci anni e sempre si porta dietro questo essere "fragrante", appena uscito dall'atelier.

Il cantato si adagia su un "tappeto" fatto di accordi con il pianoforte e un insieme archi prodigiosamente orchestrati, con due innesti di chitarra acustica (da "ti cercherò" fino al primo "io ti troverò" e sulla chiusa finale) e di violoncello (da "che girando" a "lascio ogni mattina").
Una piccola sinfonia pop, passatemi l'espressione.

Sostanzialmente l'anello di congiunzione tra le due canzoni resta la sola melodia, la partitura del cantato.

Il granello di sabbia della melodia anni'80 è stato posto nell'"ostrica" preziosa di un arrangiamento superbo e, avvolto da un nuovo testo e dall'interpretazione di una voce dalle mille sfumature, ha dato origine a una perla.

Quindi mio carissimo lettore, tu continua a chiamarla se vuoi...cover.
Io no. Non lo farò.
Che me ne faccio di una "coperta" quando ho trovato una perla? :D

Edited by Spica1 - 27/10/2009, 17:09
 
Top
0 replies since 27/10/2009, 00:21   592 views
  Share