Non credo di saper fare una recensione.
Riesco a parlare meglio di emozioni che di tecnica, e la musica per me è sempre stata soprattutto emozione. Lo è stata soprattutto negli anni bellissimi e difficili, complicati e spensierati dell'adolescenza e della prima giovinezza, quando era soprattutto condivisione, comunicazione, senso di appartenenza, voglia di indagare dentro se stessi e di fuggire fuori.
Poi per molto tempo ha taciuto, soffocata dalla vita adulta, dalla tensione a costruire, organizzare, programmare, riuscire.
Fino a una sera qualsiasi, quando ho guardato in tv un programma mai visto prima, solo per la curiosità di vedere un cantante che, mi avevano detto, era livornese.
E così ho visto Matteo che cantava "La notte", e ho pensato: con canzoni come questa,lo fanno andare poco lontano.(Non sapevo quanto mi sarei ricreduta ascolando la versione straordinaria che ne ha fatto ai Pancaldi e poi quella aspra e passionale che è nel cd.)
Comunque da quel momento nella mia vita è rientrata la musica, e l'emozione, e ho trovato una community-non sapevo nemmeno che esistessero prima- con cui condividere la passione, la leggerezza ritrovata, la voglia di comunicare.
Poi è arrivata Ti troverò, una notte davanti al computer, nel silenzio della casa addormentata. Io al computer insieme alle mie amiche, ormai amiche per affinità elettive, ad aspettare il tanto atteso nuovo disco di Matteo.
Impressa in modo indelebile nella mente, l'impressione delle prime note, le prime parole. Lo stupore di sentire la sua voce così diversa, ancora più penetrante, più evocativa. E poi le parole. Di chi parli, Matteo? Della tua estate vagabonda? O della mia vita in cui ho sempre dovuto fare i conti con la lontananza, di tutte le volte che pensare "Ti sentirò in piedi al mio fianco" mi ha aiutato a andare avanti?
Il mare d'inverno, i giorni di vento, i caffè, gli hotel, la polvere sui libri, sono i dettagli della vita quotidiana di ognuno di noi, ma sono anche fotogrammi irrisolti, immagini in corsa, che ci appartengono profondamente, anche nostro malgrado.
Solo più tardi, ad un ascolto più attento, ho sentito gli archi, il pianoforte, l'armonia che accompagna voce e parole, e rende la suggestione di questa canzone per me irrinunciabile ormai.
Tanto che è diventata la suoneria del mio cellulare. Peccato che, per ascoltarla, non rispondo quasi più al telefono....